I 5 elementi: Libri di Pietra


2022
25° Simposio Internazionale di Scultura su pietre del Friuli Venezia Giulia

Marmo Rosso Verzegnis, Fior di pesco carnico, Pietra piasentina

Itinerari nel Rojale

L'opera

Tutte le opere realizzate al Simposio di Scultura su Pietre del Friuli Venezia Giulia rappresentano il pensiero, la cultura, la scelta esistenziale ed estetica di un autore. Ovviamente ogni scultore, e solo lui, potrà rivendicarne la genesi e la creazione. A me invece tocca raccontare di un'opera, per dirla da subito saccheggiando Pirandello, in cerca d'autore. Nessuno, da solo, può rivendicare l'opera. La Genesi è già incerta, io vi ho assistito e posso certificarlo. 

L'idea viene a Roberto Cossettini, che immagina dei libri di pietra. Com'è ovvio che sia (se non lo sa lui dopo 25 anni) la concretizzazione plastica dell' idea viene affidata ad uno scultore, ad Alfredo Pecile. Con alcune limitazioni/imposizioni/ indicazioni, chiamatele come volete, del simposiarca allo scultore.
I) le pietre devono essere diverse, come diverse sono le cave e le montagne dei nostri territori
II) tutti gli scultori che passeranno per questo 25° Simposio, anche per un giorno solo, dovranno poterci lavorare, a fine lavoro tutti potranno trovarci la propria impronta.
Idea nuova? Anche no, si racconta che qualcuno incise la parola su pietra in mezzo ad un roveto ardente sul Sinai, potremmo definirlo il primo libro su pietra del quale siamo a conoscenza, magari Mosè fece fatica a trasportarlo però siamo certi che durò a lungo assai.
E comunque le parole sono pietre, come si suol dire, ma risiedono in prevalenza negli oggetti chiamati libri 

Libri, gli oggetti più amati e riveriti, modesti contenitori di sapienza, bellezza, pensiero, conservati con amore nelle biblioteche, libri, gli oggetti più temuti ed odiati, portatori sani dei virus chiamato cultura, distrutti nei roghi di Alessandria e di Berlino. Perché si, quando si vuole annientare una cultura, quando si vuole impedire il libero pensiero, in primis si distruggono i libri. Subito dopo, fateci caso, vengono statue e monumenti.

Ecco allora spiegati i libri/scultura di Vergnacco, e da dove mai dovevano arrivare, se non da un luogo dove si sono conosciute, riconosciute, intrecciate, rispettate le più diverse culture, provenienze, personalità, linguaggi, dove la parola amico ha avuto mille suoni diversi ma lo stesso identico significato, dove la solidarietà ha assunto forma concreta e quotidiana, dove nessuno resta solo, nessuno resta indietro, dove cultura significa condivisione, accettazione, rispetto di sé e dell'altro. In sintesi, un simposio. 

Jorge Luis Borges inizia così la sua descrizione di un libro: “trattasi di un prisma a sei facce rettangolari”, ovviamente Borges prosegue da par suo, ma già ci dà l'idea. Sono dei prismi a sei facce le nostre pietre, ma ben riconoscibili. Come i libri hanno un dorso, e si intravedono le pagine. Si offrono alla lettura con l'uso di simbologie, risultando altrimenti improbo sfogliarli.
Sarà il Fior di Pesco, pietra dal nome leggero e poetico, a portare impressi i simboli per acqua e aria, e il Rosso Verzegnis, nome di ben altro tenore evocativo, offrirà i simboli del fuoco e della terra.
La lettura è ampia, vi possiamo intendere tutta la grazia e la bellezza che portano con sé questi 4 elementi, senza di loro non c'è vita, ma anche il terrore che suscitano, quando diventano morte e distruzione a dimostrarci che non siamo i padroni del mondo.
Sulla Piasentina, la prima pietra usata in questo Simposio, è stata impressa la catena del DNA, ossia della vita. Di ogni vita, di ogni specie, senza distinzione, umana, animale, vegetale. minerale. Vita, e basta, nient'altro, questo è il Quinto Elemento. 

Su questi simboli, su questi concetti, a partire dalla propria cultura, dalle proprie credenze, dalla propria esperienza di vita e, perch no, anche dai libri sui quali ognuno si è formato si sono basati tutti gli scultori che qui si sono avvicendati per 25 anni. Sono stati i primi strumenti con cui hanno affrontato e domato la pietra. E i libri di pietra raccontano la storia di tutti loro, portano impresse le loro mani, e quelle di chi ha organizzato, collaborato, documentato, nutrito, ospitato, i libri raccontano tutti i 25 anni di questo simposio. È una narrazione corale che si trasforma in lavoro collettivo, il che ci porta a scoprire che sì, alla fine l'opera ha trovato il suo l'autore, ha un nome piccolo e gigante, modesto e potente, semplicemente si chiama NOI.

Bianca Minigutti 

Gli artisti

Hanno collaborato a questo progetto ideato per fare memoria dei 25 anni di simposio, gli artisti:
ALFREDO PECILE (Argentina)
PABLO GARELLI (Argentina)
RENATE VERBRUGGE (Nuova Zelanda)
JULIE GLASPY (Canada)
STEFANO SABETTA (Italia, Lazio)
VALERIA VITULLI (Italia, Molise)
SILVIA MAFFIOLI (Italia, Lombardia)
FRANCESCO CADEDDU (Italia, Sardegna)
MARIA GRAZIA COLLINI (Italia, FVG)
ANTONIO FELICE LA MONTAGNA (Italia, FVG)