Chiesa di San Giuseppe e San Luigi

Itinerari nel Rojale

La chiesa di San Giuseppe si trova a Qualso Nuovo nei pressi della fornace di laterizi fondata dal cav. Luigi Cattarossi. Fu proprio lui il committente, ed essendo persona di radicati sentimenti religiosi volle edificare questa chiesa perché gli abitanti del nuovo borgo, che si era sviluppato nei pressi della fornace, distava parecchio dal nucleo principale del paese e quindi dalla chiesa parrocchiale.

Cattarossi fece quindi richiesta all'Arcivescovo di costruire su terreno di sua proprietà un oratorio semipubblico in onore di San Giuseppe e di San Luigi Gonzaga "per il buon esempio dei suoi figli e per mantenere vivo il pensiero religioso nei numerosi operai che lavoravano alle sue dipendenze nell'attigua fabbrica di laterizi".
Il 24 febbraio 1924 ottenne il permesso di erigerla ed il 24 aprile 1925 il sacro edificio venne consacrato dal vescovo di Belluno e Feltre S.E. Mons. Giosuè Cattarossi parente del committente.

In questa chiesa il parroco di Qualso celebrava una Santa Messa per gli operai all'apertura di ogni stagione lavorativa. Tale usanza rimase in vigore fino agli anni '70 del Novecento, periodo in cui avvenne la piena automazione della fabbrica e non fu più necessaria la sospensione invernale.

Inoltre fino all'inizio degli anni '80 di detto secolo, il giorno del santo patrono si celebravano solenni funzioni e, nel pomeriggio, sui prati adiacenti si svolgeva la "sagre di San Josef", allietata da chioschi e caratterizzata dalla merenda sulle adiacenti colline colorate dai primi fiori primaverili e dalle gare di pesca nel laghetto retrostante il sacro edificio.

La chiesa, realizzata su progetto dell'architetto Provino Valle di Udine, presenta pianta a croce greca sormontata da una cupola che poggia su un alto tiburio che ne accentua lo slancio ascensionale.
All'esterno, sulla sommità della facciata, è collocata una scultura in cemento raffigurante San Giuseppe e, sulla parete rivolta a sud, svetta un campanile a vela con tre campane sovrapposte.


All'interno si possono ammirare l'altare maggiore con la scultura del Santo titolare, realizzato in marmo su disegno dell'architetto Valle, ed i due altari laterali con le statue di San Luigi Gonzaga e di Maria Ausiliatrice, databili rispettivamente al 1927ed al 1928.

Sul soffitto dell'abside l'affresco dipinto nel 1930 da Giovanni Battista Gori di Nimis, meglio noto come Titta Gori, raffigura nello spicchio centrale della calotta la Natività, in quello a destra l'Adorazione dei pastori, ed in quello a sinistra l'Adorazione dei Magi. Il pittore, attento interprete della religiosità popolare, anche in quest'opera – che il critico Licio Damiani ha definito di alto livello evidenziando “l'incantata meraviglia delle scene sospese in un'atmosfera di rarefatta fiaba" -propone una vita popolare serena e tranquilla che traspare dalla semplicità dei suoi personaggi per realizzare i quali prendeva a modello i suoi familiari, i viandanti di passaggio ed i contadini del paese.